Site icon L'Idea Magazine

2 0 2 0 – L’ANNO CHE SOGNO, DA OTTANT’ANNI !

Sono di natura sognatore e ho sempre sostenuto che per raggiungere una meta bisogna innanzitutto sognarla. Per me è stato così! Ho 80 anni. Nato in un vicolo di Napoli appartengo a quella generazione di vecchi che non sono stati mai bambini. Non si poteva essere bambini in quei terribili anni ’40 vissuti in una Napoli distrutta dai bombardamenti, umiliata dalla miseria, mortificata dalla fame e lacerata da migliaia di vittime. Mancava tutto, abbondava solo la paura. Non meno duro è stato il dopoguerra, non cadevano bombe ma la tragedia continuava. Col passare degli anni ho cominciato a guardare oltre la siepe del mio giardino e sognare che ogni nuovo anno fosse veramente nuovo, che riuscisse a rinnovare tutte le coscienze e portasse nel mondo la pace, parola che negli anni è stata abusata e che si è svuotata del suo vero significato. Continuare a sognare e sperare a 80 anni significa volere con testardaggine credere ancora nella capacità dell’essere umano di sapere trovare dentro di sé quelle spinte emozionali capaci di cambiare il destino del mondo; significa credere ancora nella bontà dei propri simili; significa voler vedere la luce al di sopra del buio che ci avvolge e che vorrebbe spegnere i nostri sogni. Sì, ho 80 anni ma continuo a guardare ancora oltre la siepe del mio giardino perché credo, voglio credere, che l’umanità “saprà spalancare le porte chiuse delle proprie limitazioni per raggiungere distese più vaste in cui i sogni più belli diventeranno realtà”.

E continuo a sognare governanti onesti e impegnati per restituirci la dignità di persone perbene e laboriose. Donne e uomini determinati e capaci di combattere la massa di quei malfattori assetati di sporco potere che vanifica i sacrifici di tutti gli onesti. Continuo a sognare che il Nuovo Anno ci porti una classe dirigente capace di decapitare quella malefica piovra che ha creato metastasi mortali nel tessuto sano del nostro Paese. Sogno più educazione, tolleranza, rispetto reciproco, umana accoglienza. Sogno che nessuno debba temere di perdere il lavoro; che in tutte le carceri ci fosse il principio di rieducazione; che nessuna donna subisse violenza, nessun anziano umiliato, nessun bambino abusato, nessun territorio degradato. Sogno che non ci fosse più la fuga dei migliori, che il desiderio di cultura diventasse il nostro pane quotidiano, che mai più nessun essere umano versasse lacrime per colpa di una società ingiusta, che tutti gli educatori comprendessero che il futuro migliore si costruisce ricordando il passato, un passato da trasmettere iniziando dai banchi delle elementari. Il mio sogno continua!

Exit mobile version