Fotografie di Guido Mencari – www.gmencari.com
Al Teatro Bonci di Cesena in cartellone c’è sempre una scelta raffinata come l’adattamento di 1984 di George Orwell.
Ebbe una vita avventurosa e inquieta, conobbe la miseria, fu ferito da un cecchino in Spagna, fu umiliato al college da studenti ricchi, i suoi genitori erano di estrazione umile, ateo, convinto socialista ma feroce oppositore di Stalin e del suo comunismo dittatoriale.
Lavorò in India come funzionario dell’amministrazione britannica ma disgustato dall’arroganza e dalla repressione imperialista torna in Europa, a Parigi dove frequenta i bassifondi e scrive saggi, lavora come sguattero nei ristoranti e lo fa anche a Londra sopravvivendo grazie all’Esercito della Salvezza.
Pubblica su Le Monde, In Inghilterra collaborò con alcuni giornali e divenne insegnante in alcune scuole private, per motivi di salute lascia e lavora part time in una libreria e fa il critico letterario per il New English Weekly, nel frattempo ha anche scritto altre due romanzi : La figlia del reverendo e Fiorirà l’aspidistra.
Apre un piccolo negozio, si sposa e abita in una fattoria, nel frattempo scoppia la guerra civile spagnola, e parte con i marxisti di ispirazione trozkista, contro il dittatore Franco, ferito da un cecchino lascia la Spagna, parte per il Marocco e quando ritorna in patria scrive: Una Boccata d’aria.
1984 è un romanzo di una utopia distopica adattato e portato in scena magistralmente dalla regia di Mattew Lenton!
La scenografia di Guia Buzzi è quasi ipnotica, due grandi rettangoli al neon creano una prospettiva che ricorda una Tv o uno schermo dove con pochi oggetti di scena, si svolge la drammatica vicenda di Winston Smith, Luca Carboni, mediocre funzionario di partito del Ministero della Verità del Socing (socialismo Inglese) c’è un solo partito il cui capo indiscusso è Il Grande Fratello, che è in ogni casa, in ogni angolo della città che 24 ore su 24 diffonde propaganda e controllo delle vite.
Winston ha un segreto: scrive un diario in cui annota le sue critiche al governo in un angolo della stanza dove non c’è controllo, è un uomo solo, non ha famiglia né affetti e mal sopporta la mistificazione in cui è tenuta gran parte della popolazione.
Winston è ossessionato da O’Brien potente esponente di partito ma che è probabilmente una spia della “Confraternita”, organizzazione segreta che tramerebbe contro il Socing.
Durante la manifestazione “Due Minuti all’odio” contro Emmanuel Goldstein, nemico del governo, incontra Julia, che lavora al Minitrue ma che è ostile al governo, Winston all’inizio non si fida ma è attratto da lei.
Qualche giorno dopo Julia gli dà un biglietto su cui è scritto “ Ti amo”, iniziano una relazione anche se il governo vieta il sesso se non per la sola procreazione, dopo incontri fugaci e pericolosi in campagna, decidono di affittare una stanza sprovvista di teleschermo nel quartiere dei Prolet da Mr. Charrington che apparentemente condivide le idee rivoluzionarie e che aveva venduto a Winston il diario su cui scrivere.
O’Brien convoca nel suo lussuoso appartamento Winston e Julia e rivela ai due di essere un membro della confraternita e di lavorare contro il Socing, addirittura dona ai due il libro segreto di Goldstein: Teoria e prassi del collettivismo oligarchico.
Un giorno i due ex amanti si incontrano per caso in un parco e confessano di essersi traditi vicendevolmente, Winston capisce di non amare più Julia ed è ormai incapace di reagire all’omologazione di massa anzi in un bar sa della vittoria militare dell’Oceania e sI rallegra della grandezza del Grande Fratello e del suo amore per costui!
Una trama tutto sommato semplice e complessa allo stesso tempo teatralmente difficile da esporre eppure la tensione era palpabile, le luci di Orlando Bolognesi, tracciavano tratti caravaggeschi sui corpi dei due amanti, sul corpo straziato dalle torture di Winston, sugli oscuri Prolet!
La composizione musicale di Mark Melville scandiva i momenti salienti faceva sobbalzare lo spettatore che assisteva al clima angoscioso della rappresentazione, uno spettacolo che lascia l’amaro in bocca e credo che Orwell stesso avrebbe apprezzato!
I costumi sono di Gianluca Sbicca e video di Riccardo Frati, adattamento e traduzione di Matthew Lenton e Martina Folena.