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Una nuvola per i dialetti

dial1“La letteratura italiana è l’unica in cui lingua e dialetto fanno visceralmente corpo”. Sono parole di Gianfranco Contini, secondo il quale asportare il canone dialettale da quello nazionale avrebbe comportato una mutilazione gravissima. Eppure nelle varie ‘storie’ della letteratura italiana tradizionali – si pensi a quella di De Sanctis soprattutto – i pochissimi grandi autori dialettali sono appena menzionati: De Sanctis si pone il problema di creare un corpus nazionale in cui la neonata Italia si rispecchi e teme le spinte centrifughe dialettali.
Un esempio eclatante è quello del romanesco Giuseppe Gioacchino Belli, che rende il meglio di sé proprio nei sonetti dialettali ed è accostato dalla critica più avvertita a Leopardi. All’estero è molto tradotto e la recente opera antologica edita da Crocetti con il Corriere della Sera lo annovera tra i grandi 20 poeti europei dell’Ottocento, insieme a Baudelaire e Rimbaud.

La rivista che in Italia gode di maggior prestigio per gli studi di letteratura dialettale è ‘Letteratura e dialetti’ fondata da Pietro Gibellini ed è in quelle di fascia A nella classificazione Anvur.

‘Cloud Ali’, selezionato nel concorso nazionale di innovazione culturale ‘Che Fare’, è un progetto di atlante collaborativo delle lingue locali in Italia promosso dall’Istituto di linguistica computazionale (Ilc) del Cnr di Pisa una guida linguistica multimediale in cloud contenente parole, trascrizioni fonetiche, materiale audio e video, realizzata in collaborazione da enti, aziende, associazioni, utenti, volontari e scuole con la supervisione scientifica dell’Università.

“La rete del ‘Cloud Ali’ sarà costituita da esperti e da chiunque abbia legami o interessi per una lingua locale e un territorio. Oltre alle lingue locali, l’atlante conterrà parole in italiano e in inglese, per consentirne l’uso nazionale e internazionale. Verrà realizzato un sito per la raccolta dei dati e una ‘app’ che consenta di fare una semplice intervista linguistica con lo smartphone”, dice Claudia Soria, referente del progetto. “L’idea è quella di una piattaforma, pensata insieme ad Andrea Bolioli di Crosslibrary e Matteo Rivoira dell’Università di Torino, per la condivisione delle inchieste linguistiche testuali e audiovisive, la georeferenziazione dei contenuti, la validazione degli esperti, la visualizzazione e l’esplorazione delle carte linguistiche (l’atlante 3.0). Il ‘Cloud Ali’ diventerà un aggregatore di competenze attualmente disperse e poco visibili e costituirà una finestra aperta sulla grande diversità linguistica dell’Italia. I contenuti raccolti saranno a disposizione di chiunque, secondo i principi dell’open data”.

Luciano Celi

(da Almanacco della Scienza N.6, CNR)

Fonte: Claudia Soria, Istituto di linguistica computazionale, Pisa, tel. 050/3153166, email claudia.soria@ilc.cnr.it

Per saperne di più:www.cloudali.org

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