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I volti del Buddha dal perduto Museo Indiano di Bologna | Museo Civico Medievale, Bologna | 24 novembre 2018 – 28 aprile 2019

Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Medievale

I volti del Buddha dal perduto Museo Indiano di Bologna

A cura di Luca Villa Con la collaborazione di Antonella Mampieri  
Musei Civici d’Arte Antica
24 novembre 2018 – 28 aprile 2019
Inaugurazione venerdì 23 novembre 2018 h 17.30 

Bologna, 22 novembre 2018 – La mostra I volti del Buddha a cura di Luca Villa con la collabora­zione di Antonella Mampieri (Musei Civici d’Arte Antica), allestita negli spazi del Museo Civico Medievale di Bologna dal 24 novembre 2018 al 28 aprile 2019, ricompone per la prima volta un’ampia parte delle raccolte appartenute al Museo Indiano di Bologna, oggi suddivise e con­servate in tre diverse sedi: lo stesso Museo Civico Medievale, il Museo di Palazzo Poggi di Bolo­gna e il Museo di Antropologia dell’Università di Padova.

L’esposizione consente di riscoprire un rilevante patrimonio di oggetti e fotografie che illustra­no l’archeologia e l’arte buddhista asiatica al tempo in cui il Museo Indiano, noto anche come Museo d’Indologia e Museo di Etnografia Indiana Orientale, rimase aperto dal 1907 al 1935.

Bodhisattva Pǔxiàn (Samantabhadra)
Cina, Dinastia Qing, fine XVII secolo
bronzo dorato, cm 60 x 35
Bologna, Museo Civico Medievale

Il Museo Indiano, allestito nel Palazzo dell’Archiginnasio nelle sale oggi in uso alla Biblioteca, nacque per ospitare inizialmente la cospicua collezione di oggetti, fotografie e manoscritti ac­quisiti da Francesco Lorenzo Pullè (1850-1934), professore ordinario di Filologia Indoeuropea e Sanscrito dal 1899 alla Regia Università di Bologna, durante un viaggio compiuto nel 1902 in Vietnam, Ceylon, India e Pakistan in occasione della sua partecipazione al Congresso Internazio­nale degli Orientalisti ad Hanoi. Lo studioso aveva in animo di creare un museo che rappresentasse non solo l’area geografica a cui dedicava da molti anni le sue ricerche, ma l’intero continente asiatico. Tuttavia, il suo obiettivo poté dirsi raggiunto solo quando il Comune e l’Università di Bologna, enti che avevano partecipato alla creazione del Museo Indiano, si impegnarono a incrementare la collezione ori­ginale con acquisti e prestiti temporanei. Al momento dell’apertura, nelle stanze riservate al Museo il pubblico poteva osservare fotogra­fie e oggetti raccolti durante le tappe del viaggio di Pullè attraverso l’India britannica, acqui­stati allo scopo di illustrare gli aspetti peculiari della religione e della tradizione artistica e artigianale del subcontinente indiano, per come si erano manifestati nel corso dei secoli pre­cedenti e per come apparivano nel presente.

Veduta del Taj Mahal
Agra (India), fine sec. XIX
Bologna, Museo Civico Medievale, Fondo Speciale Museo Indiano

L’allestimento, di cui abbiamo traccia grazie alla pianta del museo, conservata presso l’Archivio Storico Comunale di Bologna, comprendeva molte raffigurazioni di divinità del pantheon hindu e, rispetto ai musei dell’epoca, si distingueva per la presenza di una vasta raccolta di immagini che immortalavano le architetture templari dell’India, hindu, buddhiste e islamiche.

Pullè era un convinto sostenitore dell’utilizzo della fotografia per far conoscere ad un vasto pubblico l’arte e l’archeologia. Nella sua ricchissima collezione sono presenti circa 350 stampe fotografiche in grado di documentare l’archeologia indiana in maniera esauriente e innovativa per l’epoca. Fatta eccezione per un piccolo rilievo proveniente da un monumento buddhista in­diano, Pullè si distinse per non aver prelevato dai paesi di origine reperti che altri invece sepa­rarono dalla cultura d’origine.La parte più consistente della raccolta fotografica riguarda i ritrovamenti archeologici allora conservati presso il Central Museum di Lahore, nell’odierno Pakistan, dove nei decenni prece­denti rispetto al viaggio del professore di Sanscrito erano confluiti reperti e lastre figurate re­cuperate durante gli scavi effettuati nella non lontana valle di Peshawar.

Questi oggetti rappresentano oggi l’eredità dell’arte buddhista del Gandhāra, antica area situa­ta tra gli attuali confini di Pakistan e Afghanistan, dove tra gli ultimi decenni del I sec. a.C. e il IV-V sec. d.C. fiorì una tradizione artistica connessa alla devozione buddhista.

Gli arricchimenti successivi, a cominciare dall’acquisto di undici statue effettuato dal Comune nel 1908, provenienti dalla raccolta Pellegrinelli e quasi tutte raffiguranti divinità del pan­theon buddhista cinese, confermano l’interesse per questa tradizione filosofica e religiosa e l’ambizione del professore di Sanscrito di voler creare un’ampia raccolta a testimonianza della ricchezza artistica e culturale dell’Asia. Vi si trova inoltre testimonianza di un’attenzione alle tendenze estetiche dell’epoca, per il cui tramite l’arte cinese e giapponese sovente era presente nei salotti e negli studi delle case di il­lustri cittadini, così come nei saloni di prestigiosi locali pubblici. A tale proposito, va ricordato come Pullè seppe agire affinché il Museo Indiano partecipasse dell’eredità Pepoli, grazie all’acquisizione di alcuni vasi ora in mostra nelle sale delle Collezioni Comunali d’Arte, anch’essi, in parte, di provenienza giapponese.

La vicenda del Museo Indiano si concluse definitivamente nel 1935 e due anni più tardi si redas­se l’atto con cui le raccolte furono suddivise tra Comune e Università, che ne rimangono ancor oggi custodi, e la famiglia Pullè. Quest’ultima pochi anni dopo cedette almeno una parte della collezione pervenuta al figlio del professore, Giorgio, all’Università di Padova, dove Pullè aveva insegnato a lungo prima di passare all’Alma Mater.

Nato dall’ambizioso progetto di recare un valido sostegno allo studio del sanscrito a Bologna, il Museo Indiano di Francesco Lorenzo Pullè seppe essere trasformato in una risorsa culturale ca­pace di intercettare gli interessi e le esperienze di tanti cittadini bolognesi. Una risorsa ancora oggi preziosa che questa mostra, anche a grazie a restauri e manutenzioni dei materiali realiz­zati per questa occasione, offre l’opportunità di riscoprire in tutta la sua rilevanza come episo­dio significativo per la storia culturale del Novecento a Bologna.Una mostra virtuale che consente di esplorare parte del patrimonio fotografico della collezione di Pullé è consultabile su www.cittadegliarchivi.it, il portale archIVI che offre agli utenti della rete le risorse informative su una parte rilevante dei più significativi archivi per la storia della città di Bologna, nel corso dell’Otto e Novecento. La mostra è accompagnata da una pubblicazione che contiene prefazioni istituzionali di Massi­mo Medica e Roberto Balzani, e testi di Luca Villa, Giovanni Verardi, Antonella Mampieri, Ar­mando Antonelli, Augusto Giuffredi, Lucia Corrain, Marco Franceschini.

La realizzazione del progetto espositivo è stata resa possibile grazie alla collaborazione di Fon­dazione del Monte di Bologna e Ravenna, Archivio Storico Comune di Bologna, Museo di Palazzo Poggi | Sistema Museale di Ateneo – Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Biblioteca Co­munale dell’Archiginnasio | Istituzione Biblioteche Bologna, Accademia di Belle Arti di Bologna, Kiné – a visual storytelling lab.

Durante il periodo di apertura è organizzato un programma di visite guidate, conferenze e la­boratori per bambini con il seguente calendario:

conferenze | ingresso gratuito

giovedì 17 gennaio 2019 | h 17.00

Da Sanchi al Gandhāra. Breve itinerario nell’arte buddhista dell’India antica

A cura di Giovanni Verardi

giovedì 24 gennaio 2019 | h 17.00

Verso Oriente. Arte asiatica in Italia nel Novecento

A cura di Giovanni Peternolli e Luca Villa

giovedì 14 marzo 2019 | h 17.00

Oltre l’India. Immagini del Buddha in Asia orientale

A cura di Nicoletta Celli

giovedì 28 marzo 2019 | h 17.00

Dall’Asia a Bologna. Collezioni e collezionisti di arte e libri nel Novecento

A cura di Luca Villa

visite guidate | ingresso biglietto museo

sabato 24 novembre 2018 | h 10.30A cura di Luca Villa, curatore della mostra

domenica 2 dicembre | h 16.30

A cura di Luca Villa, curatore della mostra

sabato 15 dicembre | h 10.30A cura di Paolo Cova*

mercoledì 19 dicembre | h 17.00

A cura di Paolo Cova*

domenica 30 dicembre | h 16.30

A cura di Paolo Cova*

domenica 13 gennaio | h 10.30

A cura di Paolo Cova*, per il ciclo Oriente e esotismo.

Alla stessa ora, Arabescando, laboratorio per bambini da 4 a 7 anni a cura di Angela Lezzi*

sabato 19 gennaio | h10.30

A cura di Paolo Cova*

laboratorio per bambini | ingresso € 5,00 (gratuito per un accompagnatore adulto)

domenica 13 gennaio | h 10.30ArabescandoLaboratorio per bambini da 4 a 7 anni a cura di Angela Lezzi*

Prenotazione obbligatoria, entro le ore 12 del venerdì precedente allo tel. 051 2193933 oppure a [email protected] (lunedì h 9.00 – 13.00, martedì e giovedì h 12.00 – 16.00)

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Tiziano Thomas Dossena, Direttore Editoriale della rivista.

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