Friday, March 29, 2024

FESTIVAL DI VOLTERRA: Successo de ‘Le Troiane’

Paesaggio di Volterra
Paesaggio di Volterra

Degno prosieguo dell’XI Festival Internazionale del Teatro Romano di Volterra, il 4 agosto 2013 al Teatro Persio Flacco, con “Le Troiane – Variazioni sul mito”.
Tragedia Classica, quindi, per un Festival che ha portato in scena lavori pregevolissimi, e in questo caso, versi del teatro antico e dell’antico poetare, in perfetta sintonia con il titolo del Festival stesso: “Il verso, l’afflato, il canto”.

Il testo dello spettacolo in questione, infatti, si basa principalmente sulla tragedia “Le Troiane” di Euripide, con incursioni anche in “Elena”, dello stesso Euripide e nelle opere di Seneca ed Ovidio (Metamorfosi). Un adattamento originale e ben riuscito, che fonde ed intreccia diverse fonti, quindi, ma rende unitaria la storia delle donne troiane sulle coste dell’Asia, in attesa di essere deportate in Grecia, alla fine della guerra dove Troia ha perso la tremenda lotta contro i Greci, grazie al cavallo dell’astuto Odisseo. La tragedia si concentra sulle vicende di quattro donne, che sono state protagoniste e vittime illustri della guerra suddetta, e cioè Ecuba, regina di Troia; la veggente vergine Cassandra, sua figlia e sorella anche di Ettore e Paride; Andromaca, moglie di Ettore e madre del piccolo Astianatte, proditoriamente ucciso da Greci precipitandolo dalle mura di Troia; ed infine Elena, moglie di Paride e causa scatenante della guerra.

In scena campeggiano proprio quelle mura della città da cui Astianatte è stato gettato, si svelano da dietro un drappo, recanti i ritratti delle migliaia di uccisi. Un muro che è di una modernità sconvolgente, se paragonato a quelli su cui comparivano le fotografie dei desaparecidos…I Classici sono tali perché di una modernità ineluttabile, perché narrano la storia di tutte le storie, quella degli uomini e delle donne di tutti i tempi. Ecco, quindi, che la tragedia delle troiane deportate assume contorni contemporanei e particolarmente coinvolgenti.

Pure l’apparire delle protagoniste tra il pubblico è toccante, perché lega anch’esso il passato remoto con il presente e li coinvolge entrambi nell’azione scenica. Entra per prima in platea Ecuba, correndo, e la figlia Cassandra e la nuora Andromaca la frenano. Disperate tutte e tre, le donne, ciascuna regina, principessa, moglie, madre. Subito dopo giunge Elena, odiata dalle altre perché causa della guerra che ha distrutto le loro vite, ma anch’essa, in qualche modo, vittima del Fato, oltre che della propria vanagloriosa bellezza.

Ed ecco allora svolgersi, adesso sul palcoscenico, in un concentrarsi ed “asciugarsi” del testo sulle parti di sole quattro donne, assorbendo tutte le altre protagoniste euripidee ed il Coro, la tragedia di chi sia rimasta sola e privata degli affetti più cari in maniera cruenta e crudelissima. Straziate tutte, queste donne, Elena compresa, dilaniate dal dolore per il sangue dei mariti e del figli, per le proprie vite spezzate, per il futuro perduto per sempre.

Troiane
Troiane

Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolatti e Mariangeles Torres hanno dato ottima prova di una recitazione misurata, non declamata, ma di caratura adatta al lavoro in questione, creando sul palcoscenico del Persio Flacco, inconsueto per lo spettacolo, di solito rappresentato all’aperto, suggestioni di rara emozione. Intensa, quindi, l’interpretazione delle attrici, curata e suggestiva la regia delle stesse in collaborazione con Luigi Saravo, concise e pregnanti le scene di Bruna Calvaresi.

E ciascuna di loro, nei panni delle sventurate, reca con sé una valigia, che contiene ciò che resta della propria vita spezzata: per Cassandra la vendetta, per Andromaca l’amore per il proprio bambino perduto, ultimo rampollo della stirpe regale troiana, per Elena la bellezza, e per Ecuba la memoria. Ma non solo: ogni valigia contiene anche il dolore di ciascuna di loro, un peso che la renderebbe intrasportabile, se non vi fosse l’ineluttabilità del Fato e quella scintilla di vita che ancora accende e fa brillare le loro anime in pena, consegnandole al mito ed all’eternità dell’Arte.

Il progetto di Mitipretese ( Mandracchia, Reale, Toffolatti, Torres), in collaborazione con Artisti Riuniti, dunque, ha colto nel segno anche a Volterra, coinvolgendo gli spettatori nel sentire doloroso e cosmico delle quattro protagoniste.

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