Friday, March 29, 2024

ATMOSFERE INUSUALI E COINVOLGENTI. Recensione del Recital di Salvatore Margarone e Mara Paci a Ferrara

Recensione di Federico Scatamburlo

Sabato 9 gennaio 2016, presso il Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, si è svolto un recital elegante, raffinato e vario nei generi musicali proposti. Ci si poteva aspettare qualcosa di poco comprensibile o riservato a pochi intenditori ma le notevoli esecuzioni del pianista Salvatore Margarone e del soprano Mara Paci, hanno piacevolmente sorpreso anche l’orecchio dell’ascoltatore meno attento, magari capitato per caso a questo concerto.

Numeroso il pubblico presente, tanto che il direttore artistico del Teatro Comunale, ha acconsentito l’accesso in sala agli spettatori anche in piedi, essendosi esauriti i posti a sedere, in un’atmosfera intima e coinvolgente, di quelle che pervadono nelle sere d’inverno, quando il clima costringe a casa, assopiti da mille pensieri di ogni genere.  Protagonisti della prima parte sono stati infatti i Lieder, ovvero le “songs, chanson, canzoni”, produzione romantica tipicamente teutonica, che, dopo una lunga e tortuosa evoluzione, è approdata alla sua massima espressione stilistica grazie a compositori come Schubert, Liszt e Strauss. Brani difficili e poco eseguiti in Italia, dove la lirica è intesa solo come “l’opera”, e che risultano particolarmente d’effetto anche all’ascoltatore poco avvezzo al genere.

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Un mondo musicale a sé stante, incentrato sulla parola, la melodia, dove cantante e pianista sono cooprotagonisti, i quali devono ad affrontare una miriade di sfumature espressive, stati d’animo e interpretazioni diverse per ogni brano; esecuzioni che richiedono, per entrambi gli esecutori, un particolare affiatamento ed un sincrono che sicuramente è emerso nella performance della serata. I due musicisti non sono infatti nuovi a questo tipo di esecuzioni, essendo già stati presenti nella stessa sala lo scorso anno in occasione della presentazione del libro “Richard Strauss, Uomo e musicista del suo tempo” scritto dal pianista stesso, Salvatore Margarone.

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Un percorso dunque a volte un po’ tortuoso, con difficoltà (complice la lingua tedesca non sempre dolce ma estremamente musicale in questo caso) che il soprano Mara Paci ha gestito con prontezza e disinvoltura, dimostrando notevole padronanza delle proprie doti vocali, e in questo modo conquistando il pubblico in sala senza mai eccedere in languidi virtuosismi sentimentali che possono emergere in questo particolare repertorio. L’estrema poesia d’atmosfera dei testi ha guidato l’uditore in un percorso ricco di emozioni altalenanti, lasciando lo stesso quasi senza fiato alla fine di ogni brano: acuti e sopracuti di colore, frasi gravi e medio-gravi drammatiche ma con la giusta enfasi, fraseggio musicalmente corretto anche se in qualche rara occasione il soprano avrebbe sicuramente avuto la capacità di stupire ancora di più.

Il pianista di origini catanesi Salvatore Margarone ha accompagnato il soprano con estrema attenzione: nonostante la parte strumentale di alcuni Lieder sia preponderante, non ha mai coperto la linea del canto, grazie a una tecnica esecutiva di alta qualità, assoluto rigore stilistico, calibrazione del suono perfetta, raggiunta con un tocco delicato ma deciso, evitando quindi sonorità eccessive o preponderanti, e permettendo alla potente ma controllata voce del soprano stesso di amalgamarsi con naturalezza ai suoni dello strumento.

La seconda parte del concerto è proseguita trascinando l’auditorio in spazi forse più conosciuti al grande pubblico ma sempre coinvolgenti, con alcune romanze da salotto di F.P.Tosti e G.Verdi, per arrivare al gran finale, dove i due artisti si sono cimentati con la forma musicale più conosciuta e amata dai più, ovvero l’opera, con due celebri arie: “Io son l’umile ancella” di F.Cilea, dall’opera Adriana Lecouvreur, e “Suicidio!”, di A.Ponchielli , tratta da La Gioconda. Il pubblico ha risposto calorosamente alla fine del recital chiedendo a gran voce un bis agli artisti che hanno concesso volentieri regalando al pubblico il celeberrimo “Vissi d’Arte” di G.Puccini, dalla Tosca.

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Mara Paci ha dato prova della sua potente e cristallina voce e, insieme alle struggenti melodie abilmente eseguite da Salvatore Margarone, con pindarici voli su note trasformate in un’energia che è arrivata al cuore dello spettatore, impressionandolo a tal punto da far trasparire, in qualcuno, qualche lacrima di commozione. Ottima quindi la scelta effettuata dal Circolo Frescobaldi Amici della Musica di Ferrara e dal Teatro Comunale nel proporre questi due artisti che ci auguriamo abbiano presto la possibilità di allietare nuovamente il pubblico con nuove performances di questo livello.

Federico Scatamburlo
Federico Scatamburlo
Nato in provincia di Venezia nel 1965, fin da giovane coltiva intimamente la passione per la musica classica, accostandosi al mondo dei teatri e delle rappresentazioni liriche. Da allora scopre un particolare gusto per i virtuosismi vocali, per il bel canto in generale, rendendosi conto suo malgrado di avere un “orecchio” particolarmente attento per questo tipo di esibizioni. Il suo ambito artistico spazia, oltre che alla lirica, anche nell’arte e nella fotografia.

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